IL PROGETTO

Il progetto della Cooperativa “Sogno” nasce dal cuore e dal cammino delle Comunità di Sforzatica Santa Maria, di Sforzatica S. Andrea e di Predore.

La cooperativa “sogna” di diventare:

  • Risposta concreta ai bisogni di coloro che vivono situazioni di disagio o di svantaggio

  • Opportunità per valorizzare le competenze e i talenti di alcuni membri della comunità

  • Provocazione per coloro che vivono una fede ingrigita e lontana dalla dimensione della carità

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Statuto morale e metodo educativo

IL NOME

Il cristiano è per vocazione un sognatore: egli vive nella storia con il compito di realizzare il progetto d’amore che Dio ha per le sue creature. Amare, prendersi cura del fratello, tendere la mano, cambiare le cose, … sono gesti che un credente pone quotidianamente all’interno della storia per renderla un po’ più simile a come Dio l’ha voluta. L’uomo è il sogno di Dio, egli lo ha fatto è di lui la scrittura dice che era “cosa moto buona”; per l’uomo ha pensato un patto di alleanza, di amicizia eterna; per l’uomo, che si era smarrito in questo cammino, Dio è entrato nella storia e a rinunciato alla sua eternità! Il cristiano è colui che continua il progetto iniziato da Dio!

Martin Luther King, riprendendo le parole di Isaia, parlava alle folle facendo riferimento al sogno di un mondo diverso… e ripeteva insistentemente: Io ho un sogno! La piccola cooperativa di cui si sta parlando ha l’ambizione di sognare per chi la incontrerà la possibilità di qualcosa di nuovo e di buono, capace di rendere la vita un po’ più degna di essere vissuta! Con lo stile di Dio “sogniamo” che il cielo e la terra possano sempre più incontrarsi!

IL LOGO

In un viaggio a Roma ci è capitato di osservare in via di Tor di Nona un murales davvero singolare; negli anni ’70 il quartiere in questione versava in una situazione di profondo degrado: per attirare l’attenzione delle istituzioni e per poter guadagnare la dignità perduta i cittadini residenti organizzarono una manifestazione di protesta con il sostegno degli studenti della facoltà di architettura e di una giovanissima Isabella Rossellini. Ma la cosa interessante di questa protesta fu la modalità in cui essa si concretizzò: gli abitanti decisero di dipingere i muri della loro strada con il “mondo ideale” a cui ambivano, cioè con dei bellissimi “murales”. In questi murales ai disegni dei negozi, delle persone animate da sentimenti di amicizia e di presa di coscienza, coesistevano figure fantastiche quali gli asini volanti per rappresentare l'”utopia realizzabile”, quella ricerca di una realtà migliore anche se apparentemente impossibile a raggiungersi.